Posata a ricordo del passaggio di Garibaldi, la maestosa stele in marmo bianco è attorniata da un boschetto di cipressi. La tradizione popolare vuole che uno di questi sia stato utilizzato dall’eroe dei due mondi e dalla sua spalla Giovanni Battista Culiolo, meglio noto come “capitan Leggero” per legarvi i cavalli durante una breve sosta, che comprese il famoso incontro e salvataggio per mano di don Giovanni Verità, episodio poi rappresentato nella fontana di piazza Matteotti. Fu in tale occasione che il sacerdote carbonaro raccolse e conservò la spada di capitan Leggero, oggi esposta presso il museo civico.